Un apporto carente compromette la funzione della tiroide. Nel volume sono descritti anche i progressi fatti in Calabria grazie alle attività di prevenzione e controllo del Centro Sanitario d’ateneo. Daniela Bonofiglio e Stefania Catalano, docenti dell’area medica del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Unical hanno curato come Guest Editors il numero speciale dal titolo Effects of Iodine Intake on Human Health della rivista Nutrients. Il volume, disponibile in versione ebook sul sito web della rivista, ha raccolto, su invito, i contributi di esperti nazionali e internazionali sullo stato iodico della popolazione in diversi paesi del mondo, con un’attenzione particolare per le categorie più vulnerabili come i neonati e le donne in gravidanza. Inoltre, studiosi appartenenti ad un panel internazionale di endocrinologi hanno dato il loro contributo sugli effetti dei più comuni nutraceutici sulla funzione tiroidea.
La carenza nutrizionale di iodio rappresenta ancora oggi un problema di salute pubblica che interessa un numero elevato di popolazione in diversi Paesi del mondo, comprese le regioni industrializzate e in via di sviluppo. Il deficit di iodio altera la produzione di ormoni tiroidei e i disordini che ne conseguono dipendono dalla gravità della iodocarenza e dall’età dei soggetti colpiti. Sebbene l’aumento della ghiandola tiroidea, ovvero il gozzo, sia il classico segno di carenza di iodio, l’effetto avverso più grave della carenza di tale elemento è il danno al feto durante la gravidanza, che causa aborti, mortalità perinatale, anomalie congenite, cretinismo e ritardo nella crescita.
Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi intensi dai governi dei paesi colpiti dai disordini della carenza di iodio per implementare e controllare il programma di iodoprofilassi che prevede l’uso del sale iodato al posto del sale da cucina per tutta la popolazione. In Italia, nel 2005 è stata approvata la legge n. 55/2005 che definisce, ai fini della iodoprofilassi, le modalità di utilizzo e di vendita del sale alimentare arricchito con iodio destinato al consumo diretto oppure impiegato come ingrediente nella preparazione e nella conservazione dei prodotti alimentari.
In Calabria, a partire dagli studi pioneristici della fine degli anni ’80 e fino all’istituzione della sezione “Gozzo endemico e Iodoprofilassi” dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER) presso il Centro Sanitario dell’Unical, è stato realizzato un intenso ed efficace programma di controllo dei disordini da carenza iodica. I dati epidemiologici più recenti indicano che la Calabria ha raggiunto uno stato iodico sufficiente, grazie soprattutto all’attività profusa dall’OER che rappresenta un modello efficiente di sanità pubblica, attraverso cui la sorveglianza del programma di profilassi dello iodio viene condotta sull’intero territorio regionale.
I contributi riportati nel numero speciale Effects of Iodine Intake on Human Health descrivono i progressi sostanziali compiuti in questi decenni sull’assunzione di iodio in Calabria, in Italia e in diversi paesi del mondo tra cui Moldavia, Corea, Stati Uniti, Sri Lanka e Finlandia, e forniscono una visione critica sui benefici di alcuni nutraceutici comuni che possono giocare un ruolo cruciale nell’ambito della tiroidologia clinica.
Infine, le docenti hanno voluto dedicare il volume al professor Sebastiano Andò, emerito del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Unical, per l’impegno profuso nell’eradicazione del gozzo endemico e dei disordini da carenza iodica sull’intero territorio calabrese nel corso degli ultimi trent’anni. Tale attività ha consentito il raggiungimento della sufficienza nutrizionale di iodio nella popolazione calabrese, che rappresenta un traguardo importante per la salute pubblica.
Source: University of Calabria